Dopo la crisi? Il welfare aziendale non sarà più lo stesso.

Le aziende che hanno attivato piani di welfare aziendale e/o contrattuale, come si stanno ri-organizzando?

Le misure restrittive attuate per il contenimento del Coronavirus hanno impattato certamente sugli asset aziendali con una conseguente riorganizzazione del lavoro e delle priorità. Questo ha generato in alcuni casi uno slittamento fisiologico dei programmi di welfare dovuto anche ad una necessaria ridefinizione delle modalità di comunicazione e formazione dei dipendenti, dell’offerta di servizi welfare compatibili con il lockdown e dei livelli di assistenza da remoto ai fruitori di piani di welfare.

Le aziende non sono venute meno agli impegni assunti nei confronti dei lavoratori. Al contrario, si sono orientate verso un costante incremento delle misure dedicate al supporto delle famiglie e talvolta alla compensazione degli ammortizzatori sociali. Il focus delle aziende è rivolto al futuro: sono attivi tavoli di lavoro con le parti sociali per rimodulare e preservare le misure di welfare previste da contrattazione aziendale legate ai Premi di Risultato.

Quali iniziative dovrebbero essere prese dal settore?
Defiscalizzazione e decontribuzione dei servizi di welfare?
Inserimento strutturale dei servizi di welfare nella nuova contrattazione aziendale e di comparto?

Ampliare il novero dei servizi defiscalizzati aumenterebbe in maniera significativa l’appeal del welfare per aziende e dipendenti e contestualmente garantirebbe un canale di introiti ai settori maggiorente colpiti da questa crisi. Pensiamo al turismo, alla ristorazione e a tutte le attività ricettive che avranno ripercussioni a lungo termine. È proprio in questi settori che il welfare aziendale potrebbe rivestire un ruolo strategico.
Potenziare il welfare aziendale significherà intervenire a monte, cambiando il paradigma di welfare premiante per diventare strutturale, garantendo quindi una diffusione a livello nazionale.

Quali sono le maggiori richieste in tema di welfare in queste periodo?

In una prima fase l’attenzione era mirata ai servizi fruibili da casa ma ora si è focalizzata alla salute dei dipendenti e alla gestione familiare. Nelle prossime settimane tantissimi lavoratori lasceranno le loro postazioni in smart working per tornare nelle aziende e una delle principali preoccupazioni è certamente la gestione dei figli. La chiusura delle scuole, l’assenza di centri estivi e l’impossibilità di avvalersi dell’aiuto dei nonni ha aumentato la richiesta di ricerca e selezione di baby sitter. Importante anche il tema della salute, il teleconsulto con psicologi, nutrizionisti e vari specialisti. 

articolo estratto dall’intervista a Lucia Troilo, Responsabile Progetti Welfare della Divisione Employee Benefits & Welfare di Assiteca

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