Dal Piemonte un vademecum per ripartire in sicurezza

Il Piemonte sta mettendo a punto un vademecum che comprende una serie di proposte per fare ripartire in sicurezza le imprese di tutta Italia.

Il vademecum guarda al medio e lungo periodo e alla necessità per tutte le imprese, dalle Pmi alle grandi aziende, di impostare rigorosamente tali procedure in vista del periodo durante il quale sarà necessario applicarle, che potrebbe protrarsi fino a un anno, in relazione alla permanenza dell’allerta sanitaria e alla disponibilità di un vaccino.
Difficile dire quando si potrà tornare regolarmente al lavoro, ma è certo che per mesi sarà necessario adottare misure adatte a limitare i contagi, fino a quando l’emergenza non sarà conclusa.

Da capogiro i fabbisogni indicati da 80 esperti delle Università piemontesi e dei centri di ricerca, coordinati dal Politecnico di Torino: i lavoratori italiani necessiteranno di quasi un miliardo di mascherine al mese, 9 milioni di litri di gel igienizzante, 456 milioni di guanti, 2,1 milioni di termometri

Il lavoro portato avanti da esperti e parti sociali punta a definire un quadro di riferimento, su basi scientifiche e tecnologiche, per minimizzare le probabilità di contagio tra persone comunque asintomatiche, così da consentire un rientro controllato ma veloce nei luoghi di lavoro.

“Invieremo questo documento al premier Conte mettendo a disposizione del Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte, che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili – anticipa il presidente della Regione, Alberto Cirio – Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma è fondamentale che lo facciano in sicurezza perché non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora”.

Si tratta di un insieme di misure, condivise tra lavoratori e imprese, che da un lato possano garantire la piena sicurezza sul posto di lavoro e nella fase degli spostamenti, e dall’altro siano in grado di assicurare agli imprenditori fattibilità e sostenibilità economica degli interventi.

In campo questioni organizzative e sicurezza, con una serie di temi concreti che vanno dalla necessità di adottare dispositivi di protezione individuali all’organizzazione del lavoro, con orari e turni definiti con l’obiettivo di ridurre il numero di persone presenti contemporaneamente e ampliare le distanze tra i singoli addetti.

Il rettore del Politecnico, Guido Saracco, aggiunge cge “la riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma la protezione è irrinunciabile”.

Punti chiave saranno l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.

Da potenziare anche l’utilizzo delle tecnologie, come l’impiego di diari online per il tracciamento, metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (es. temperatura con visori IR durante l’intera giornata lavorativa, app di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), formazione online, app per evitare di recarsi in luoghi nei quali già ci sono assembramenti, sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, ricorso alla realtà virtuale.

Tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili dalle grandi come dalle piccole imprese.