Gli ecosistemi delle imprese sociali: una prospettiva comparata

I report dei differenti Paesi mostrano che il numero delle imprese sociali e delle persone occupate stanno progressivamente aumentando in quasi tutti gli Stati dell’Unione Europea. La domanda di servizi erogati dalle imprese sociali cresce e contemporaneamente il contesto nel quale operano sta diventando sempre più abilitante.

Nel complesso c’è una correlazione tra il grado di riconoscimento dell’impresa sociale, la sua istituzionalizzazione, la dimensione e la facilità di accesso ai finanziamenti.

Tuttavia, il potenziale dell’impresa sociale è ancora lontano dall’essere pienamente sfruttato ed esiste un significativo margine di miglioramento degli ecosistemi in cui le imprese sociali operano soprattutto per quanto riguarda i 4 pilastri su cui si basano le SEs:

  1. capacità di auto-organizzarsi;
  2. visibilità e riconoscimento;
  3. accesso alle risorse;
  4. ricerca e sviluppo delle competenze.

Capacità di auto-organizzarsi

L’emergere delle imprese sociali è rafforzato dall’impegno sociale e civile di gruppi di cittadini che si auto-organizzano, spesso con poche risorse a disposizione, per affrontare le nuove esigenze e le sfide della società.

Il consolidamento e la diffusione delle imprese sociali vengono rafforzate dalle reti di economia sociale con attività di advocacy, lobbying, formazione e capacity building, nonché attraverso forme di mutualismo. Anche i network europei sono stati fondamentali nel sostenere l’armonizzazione e la diffusione di buone pratiche e strumenti operativi.

Visibilità e riconoscimento

Lo sviluppo dell’impresa sociale non richiede necessariamente l’adozione di una legislazione specifica. Le imprese sociali possono anche fare affidamento sui quadri giuridici esistenti. Paesi come l’Austria, l’Estonia, la Germania, i Paesi Bassi e la Svezia hanno preferito non introdurre una legislazione specifica, pur tuttavia un numero significativo di imprese sociali operano e si sviluppano. Una tendenza molto recente sembra quella di riconoscere l’impresa sociale attraverso leggi quadro riconoscendola come parte di un fenomeno più ampio: l’economia sociale o solidale, il terzo settore.

Oltre ad un sistema di riconoscimento pubblico per le imprese sociali, alcuni paesi utilizzano un sistema di marchi privati, etichette e certificazioni. Questi schemi sono stati adottati progressivamente in Austria, Finlandia, Germania, Polonia e Regno Unito. Uno dei motivi alla base della creazione di schemi di certificazione privati è la disponibilità delle imprese interessate a segnalare la loro specificità, data la mancanza di leggi e strategie ad hoc specificamente rivolte alle imprese sociali o l’esistenza di incentivi concreti che spingano le imprese sociali a registrarsi come tali.

Accesso alle risorse

Per comprendere il ruolo, il potenziale e l’impatto delle diverse fonti di finanziamento su cui si basano le imprese sociali, è essenziale distinguere tra:

  • Risorse a fondo perduto per la fase di start-up / consolidamento: le situazioni variano dalla disponibilità di un’ampia gamma di misure e politiche coerenti (Paesi Bassi, Regno Unito), alla grande varietà non coordinata di misure (Francia) fino a regimi di sostegno pubblico estremamente limitati (la Repubblica Ceca e Svezia). In molti paesi le misure di sostegno alla fase di start-up sono più sviluppate di quelle per il consolidamento e la disponibilità di risorse è maggiore laddove esistono sistemi di sostegno all’imprenditorialità in generale (Germania, Paesi Bassi, Regno Unito).
  • Risorse generatrici di reddito: in tutti i paesi mappati, le imprese sociali si basano su un mix di risorse finanziarie che derivano da diverse attività generatrici di reddito, che variano a seconda dei paesi analizzati. Le modalità di interazione con l’attore pubblico includono la co-progettazione a contratto, i voucher e bilanci personali, nonché gli appalti pubblici che – regolamentati dalle norme UE in materia di appalti pubblici entrate in vigore nel 2014 – offrono nuove opportunità per le imprese sociali.
  • Risorse rimborsabili / prestiti / finanziamenti: la variazione tra i diversi paesi dipende dal livello di sviluppo delle imprese sociali, dalla loro capacità di pianificazione e disponibilità finanziaria. Certamente le imprese sociali non sono ancora “investor-ready” in quasi nessuno dei paesi analizzati. Un’ulteriore difficoltà deriva dal fatto che le risorse rimborsabili sono per lo più modellate secondo una logica d’investimento tradizionale che si aspetta rendimenti alti e a breve termine che le imprese sociali non sono in grado di garantire.
  • Benefici/incentivi fiscali: data la loro natura in quasi tutti i paesi le imprese sociali godono di quei benefici fiscali previsti per le organizzazioni non-profit, organizzazioni di economia sociale e imprese tradizionali. Il vantaggio fiscale più diffuso è l’esenzione dall’imposta sugli utili non distribuiti. Ulteriori benefici fiscali concessi alle imprese sociali comprendono l’esenzione o la riduzione di aliquote IVA, costi di previdenza sociale ridotti o coperti da sovvenzioni, benefici fiscali rivolti a donatori privati e/o istituzionali.