Smart Working o distanziamento lavorativo?
Alcuni spunti per riflettere sullo Smart Working ai tempi del Covid-19.

Lavoro Agile – Smart Working, “il vezzo anglofilo (…) che non ha neppure corrispondenza nella lingua inglese effettivamente parlata“.

Il problema è che tutti coloro i quali hanno utilizzato (in modo più o meno consapevole) il termine smart working (o anche il meno opportunistico “lavoro agile) dall’inizio di marzo in poi, lo hanno fatto potendo certamente immaginare che quello che stava in realtà andando in scena in buona parte delle case dei 19 milioni di lavoratori dipendenti (così come in quelle dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti) non era il trionfo di una nuova modalità di lavorare a distanza, bensì un’esperienza che per le sue caratteristiche mal si prestava ad essere descritta sia come smart, sia (e, tantomeno) come agile. Quella che durante il lockdown (ed ancora oggi) si è materializzata nelle case della maggior parte dei lavoratori è invece meglio definibile come “misura obbligatoria di distanziamento lavorativo”, il cui obiettivo non era né l’aumento del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, né l’aumento della loro produttività. L’obiettivo esplicito era invece un altro, ed è bene tenerlo sempre a mente: quello di evitare la diffusione del contagio da Covid-19, permettendo al contempo il proseguimento da remoto (ma anche “purchessia”) di tutte le attività di lavoro possibili.

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Negli anni precedenti la pandemia (diciamo almeno da un paio d’anni prima della legge 81/2017 che ha disciplinato questa prassi) il florilegio di articoli e interviste che decantavano un mondo fatto di lavoratori dispersi in mille luoghi diversi si è riprodotto in maniera esponenziale. In questa enorme massa di prese di posizione – tutte entusiasticamente a senso unico – stavano anche (e pour cause) quelle degli esperti della materia, ossia di coloro che lo smart working lo conoscevano bene intendendolo come prassi d’innovazione organizzativa da associare ad un necessario sottostante (e preventivo) cambiamento di paradigma gestionale dell’impresa al quale poi ascrivere, come effetto, una vera e propria rivoluzione (nel quadro, perfettamente coerente, di quella “grande trasformazione” del lavoro che una serie di fenomeni sociali e tecnologici stava e sta tuttora realizzando).

“Smart Working ai tempi del Covid-19. La realtà dimenticata” – Articolo tratto da Wewelfare.it

Smart working ai tempi del Covid-19. La realtà dimenticata